Fonti fossili, il mondo delle rinnovabili incalza il governo contro gli incentivi

Ferrante (Green Italia): «Il comma sul capacity payment è un obbrobrio»

Fonti fossili, il mondo delle rinnovabili incalza il governo contro gli incentivi

[27 novembre 2013]

L’Associazione nazionale energia del vento ( Anev ) denuncia che « Il governo ha inserito all’ultimo momento nella Legge di Stabilità una norma che introduce in Italia il capacity payment alle fonti fossili, dando all’Aeeg il compito di prelevare risorse dalle altre fonti. In pratica l’idea sarebbe di togliere ancora risorse agli operatori delle rinnovabili per dare ai produttori di energia da fonti fossili!».

Alla associazione italiana dell’eolico non va giù che  durante l’approvazione della Legge di Stabilità il governo  delle ex  grandi intese abbia inserito, nottetempo, una norma che introduce già dal 2014 il capacity payment a sostegno delle centrali elettriche termoelettriche in difficoltà per il calo dei consumi. «Tale norma – dicono all’Anev – prevede nuovi oneri che saranno coperti con modalità da definirsi da parte dell’Aeeg “ (Autorità per l’Energia elettrica e il gas, ndr) senza nuovi o maggiori oneri per prezzi e tariffe dell’energia elettrica, anche disponendo un’adeguata partecipazione delle diverse fonti ai costi per il mantenimento della sicurezza del sistema elettrico”. L’idea è quella di far pagare alle rinnovabili le difficoltà dei termoelettrici: questo non è accettabile per il settore eolico, che è stato già oggetto di ripetuti assalti negli ultimi tempi e non è in condizione di sopportare ulteriori incomprensibili interventi retroattivi».

 

Gli operatori dell’eolico dicono di aver  già subito pesanti penalizzazioni con l’introduzione della Robin Tax ed addirittura  dell’Imu sulle pale eoliche, ma anche con il  taglio del 22% del valore dei Certificati Verdi e del fallimento dei meccanismi di Aste che stanno bloccando anche i nuovi impianti. «Per questo motivo oggi l’eolico non può essere chiamato a contribuire per finanziare le fonti fossili con tagli ulteriori» sottolinea l’Anev e chiede  al ministro Zanonato e al governo di intervenire, ricordando che «Tale provvedimento peraltro rischia ancora una volta di essere dichiarato illegittimo in quanto in contrasto con le norme europee sugli aiuti di Stato, con la legislazione comunitaria e nazionale sulle fonti rinnovabili di energia e prefigurando profili di illegittimità costituzionale. L’Anev, a tutela e difesa dei diritti del settore eolico e degli operatori industriali suoi associati, verificherà in ogni sede la correttezza della norma e di ogni atto che ne dovesse discendere».

L’irritazione è forte: «Con questo provvedimento il Governo rischia di rendere vani gli sforzi fatti finora per favorire lo sviluppo della fonte rinnovabile eolica, compromettendo un settore industriale che ha creato fino ad oggi oltre 37.000 posti di lavoro e ha dato sostegno all’economia nazionale. Il Governo non venga meno agli impegni assunti con l’Associazione dal Ministro Zanonato, anche in occasione del convegno Anev di Ecomondo, in merito alla non retroattività dei nuovi interventi sugli incentivi. L’Anev farà sentire forte la sua voce, e porrà in essere tutte le necessarie azioni a tutela e salvaguardia dei diritti degli operatori industriali eolici».

Sulla questione interviene anche Francesco Ferrante, di Green Italia, «Ieri il Governo delle larghe piccole intese, di minoranza nel Paese ma in maggioranza nelle aule parlamentari solo grazie al Porcellum,  ha ottenuto la fiducia su una pessima legge di stabilità che al suo interno ha anche il “capolavoro” per cui si tolgono soldi alle rinnovabili per darli alle fonti fossili. Questo succede grazie a un comma (che sembra dettato dall’Autorithy per l’energia elettrica, alla faccia della separazione tra Governo, Parlamento e l’autorità che dovrebbe essere terza) per cui si affronta il reale problema del capacity payment indicando nelle rinnovabili il settore da colpire. Il comma in questione  è un obbrobrio anche perché non è indicata alcuna cifra. Se è vero che per il capacity payment servirebbero 500 milioni, diamo noi un suggerimento al governo e alla Camera dove speriamo ci sia un sussulto di saggezza, per trovarne immediatamente la metà senza ammazzare il futuro: ci sono 250 milioni l’anno che ancora si continuano a regalare alle centrali a olio combustibile. Ma se poi si aggiunge che ieri, sotto gli auspici del premier Letta,  l’Eni ha firmato con i russi un accordo per trivellare il Mediterraneo è inevitabile l’amara constatazione  che questo è un governo fossile di cui si farebbe davvero a meno molto volentieri».

Da greenreport.it