Taglio Irap e nuove assunzioni le misure che aiutano il Nordest

Taglio Irap e nuove assunzioni
le misure che aiutano il Nordest
DI DAVIDE PYRIOCHOS
da veneziepost.it

«È difficile calcolare gli effetti che avrà sul Nordest, ma le misure annunciate nelle legge di Stabilità, se troveranno conferma in Gazzetta Ufficiale e nei decreti attuativi, avranno ricadute positive sull’economia locale». Alberto Mion (nella foto), presidente dei Commercialisti del Veneto, dice che è presto per esprimere pareri netti sulla prossima finanziaria, perché l’iter parlamentare è lungo e tante cose possono succedere, ma se agli impegni del governo seguiranno i fatti, due misure sono senz’altro lodevoli. «Lo sgravio fiscale di tre anni per i neoassunti – dice – e la riduzione dell’Irap per quanto riguarda la componente lavoro, sono due novità positive, che danno slancio all’economia. Poi – avverte – si creerà occupazione solo se riparte anche la domanda, ma certamente si tratta di politiche economiche che in parte aiutano a far ripartire il sistema».

Per Mion è poi naturale che gli industriali abbiano dato della manovra giudizi migliori rispetto ad imprenditori più “piccoli” come gli artigiani: «Dato che le misure più significative vanno a ridurre il costo del lavoro – nota – è chiaro che chi ha più dipendenti è più avvantaggiato. Però – aggiunge – anche gli artigiani hanno dipendenti, per quanto  in numero inferiore rispetto alle industrie, perciò queste novità vanno a beneficiare un po’ tutte le imprese del Nordest». Ed è lodevole per Mion anche l’impostazione della manovra: «So che le Regioni stanno protestando e può essere abbiano ragione, io in questa diatriba non entro, tuttavia – osserva – il fatto di ridurre la tassazione sul lavoro, trovando le risorse grazie a tagli sulla spesa, è esattamente la direzione che si auspicava».

Più scettico è invece il presidente dell’ordine dei Commercialisti sull’utilità della voluntary disclosure, la possibilità di far rientrare i capitali dall’estero evitando la denuncia penale, ma pagando comunque le tasse previste per la regolarizzazione del patrimonio. «Su questo fronte – dice – l’impressione è che si siano volute tenere assieme due esigenze contraddittorie. Da un lato la volontà di fare cassa, e dall’altra quella di evitare l’ennesimo condono. Il risultato è che se effettivamente la Svizzera siglerà un accordo con l’Italia che eliminerà il segreto bancario, allora la voluntary disclosure potrà ottenere i risultati attesi, viceversa manca un forte incentivo al rientro».

Un giudizio positivo sulla manovra arriva poi da Alessandro Conte, presidente di Cna Veneto: «La Legge di stabilità – dice il rappresentante degli artigiani – contiene misure che avranno un impatto significativo per le imprese. L’esclusione del costo del lavoro dalla base imponibile Irap – spiega – è molto positiva e comporterà una significativa riduzione della pressione fiscale sul costo del lavoro per il 40,5% delle imprese fino a 50 addetti, e positiva – aggiunge – è anche l’introduzione di un regime forfettario per le imprese con ridotti ricavi, con la possibilità per gli imprenditori di non versare il minimo contributivo». Rimangono però escluse da qualsiasi intervento – aggiunge la Cna – le imprese senza dipendenti, che sono circa il 70% del totale, per cui occorre prevedere l’innalzamento della franchigia Irap.

Sul fronte sindacale, invece, se la Cgil mantiene una posizione di netta contrarietà perché concorda con le Regioni sul fatto che i tagli si tradurranno in minori servizi sia nella sanità che nei trasporti pubblici, la posizione della Cisl è invece più articolata. Per il segretario veneto Franca Porto, «ci sono misure positive, altre contraddittorie, altre negative». Quelle positive sono ovviamente il taglio Irap e la decontribuzione per i neoassunti, «perché favoriscono la creazione di lavoro con contratti a tempo indeterminato», ma per la Cisl è «deludente il fatto che manchi nella manovra l’estensione degli 80 euro ai pensionati: io non parlo delle pensioni più alte – dice Porto – ma per tutte quelle che superano appena i 400 euro si sarebbe dovuto intervenire».

Il vero neo però riguarda il Tfr. «Già oggi – dice Porto – in Italia abbiamo capito che rispetto al passato lavoreremo più anni e avremo pensioni più basse. Non solo: nel paese siamo in grave ritardo sul fronte della previdenza integrativa. In questo contesto è totalmente sbagliato che il governo vada a indebolire il significato previdenziale del Tfr, e soprattutto non è accettabile un aumento della tassazione sui versamenti ai fondi. Tutto ciò comporta il deterioramento di una situazione già brutta». Infine, attacca Porto, «non faccio una battaglia di bottega quando dico che è gravissimo il taglio che viene fatto ai patronati». «Per me – spiega – il governo può anche tagliare questi contributi, ma allora si deve attivare per fornire in altri modi l’assistenza gratuita agli anziani e agli immigrati. Se non lo fa, si vanno a colpire i più deboli».

Ad ogni modo, Porto spera che questi difetti possano essere corretti. «Nell’incontro con i sindacati di pochi giorni fa – dice – il presidente del consiglio Renzi ha detto che i sindacati saranno coinvolti nella stesura della legge di Stabilità per seguirne l’evoluzione in parlamento prima e nei decreti attuativi poi. Questo – conclude – è un fatto molto importante perché permette di verificare che le misure buone siano confermate nei fatti e permette inoltre di migliorare quegli interventi che a noi paiono meno buoni».