Le tecnologie per le smart grid hanno avuto un incremento degli investimenti del 7% nel 2012. Il giro d’affari è di quasi 14 miliardi di dollari. Forte l’impatto della Cina che oggi copre quasi un quarto degli investimenti mondiali. Il settore è in crescita e agguerrito, ma l’industria italiana ha le carte in regola per ritagliarsi uno spazio significativo. Le tecnologie per le smart grid hanno registrato un incremento degli investimenti del 7% nel 2012, per un giro di affari di 13,9 miliardi di dollari, soprattutto per la spinta della Cina, che ha rappresentato quasi un quarto, il 23%, degli investimenti globali nel settore: 3,2 mld di $ con una crescita del 14% in un anno. Questi i principali dati mostrati di recente dalla società di ricerca britannica Bloomberg New Energy Finance. Ed è proprio la Cina che quest’anno dovrebbe prendersi il primato di paese leader in questo comparto, superando gli Stati Uniti dove gli investimenti nel 2012 hanno avuto un calo del 16% rispetto all’anno precedente. In totale in Asia gli investimenti ammontano a 5,6 mld di $, oltre che per merito della Cina, anche di Giappone, Corea del Nord e India. Quando parliamo di tecnologie per le smart grid facciamo riferimento ad una serie di tecnologie di comunicazione in grado di permettere innumerevoli scambi di dati tra i dispositivi distribuiti nel sistema elettrico. Si può andare da dispositivi elettronici che ottimizzino i flussi di energia a quelli in grado di migliorare la flessibilità della rete in caso di interruzioni, dalle tecnologie di stoccaggio per attenuare i picchi di domanda e favorire l’utilizzo di elettricità da fonti rinnovabili intermittenti, fino ai sistemi di monitoraggio e controllo per aumentare le prestazioni della rete, ecc. In breve diremo che sono tecnologie che mirano a superare i problemi legati alla generazione diffusa nel sistema elettrico e al controllo dei carichi, con un sempre maggiore coinvolgimento anche del monitoraggio della domanda dell’utente finale. Sono tecnologie intelligenti per l’ottimizzazione nella produzione (ad esempio gli smart inverter) e nella trasmissione e distribuzione dell’energia, ma anche per il suo consumo. In quest’ultimo caso pensiamo agli smart meter (i contatori intelligenti), uno strumento ancora da raffinare per diverse necessità, ma che vede l’Italia in una posizione di avanguardia a livello mondiale. E poi vanno considerate quelle tecnologie che permetteranno di integrare al meglio la rete con la prossima diffusione della mobilità elettrica.
In uno studio del 2009, Pike Research stimava un investimento mondiale complessivo intorno a 200 miliardi di dollari in infrastrutture per smart grid nel periodo compreso tra il 2010 e il 2015. La citata analisi di Bloomberg New Energy Finance (BNEF) prevede, relativamente alle solo tecnologie smart per l’energia che gli investimenti mondiali possano raggiungere 25,2 mld di $ entro il 2018. Secondo Albert Cheung, responsabile delle analisi per le energy-smart technologies di (BNEF) “i paesi asiatici ed europei saranno i maggiori investitori nel settore tra il 2013 e il 2018 grazie ad una sempre maggiore consapevolezza dei benefici economici e ambientali oltre che dell’affidabilità di queste tecnologie”. Tra i maggiori attori mondiali nello sviluppo degli smart meter, ci saranno la britannica Smart Metering Systems, la tedesca Power Plus Communications AG, collegata a Siemens AG, le statunitensi Itron e Cisco Systems. Nella produzione di tecnologie per le smart grid tra i protagonisti vedremo sicuramente la General Electric, Elster Group e Toshiba. Ma, come detto anche l’Italia si sta muovendo. Ci piace ricordare in questo campo, solo per fare un esempio, l’esperienza del Gruppo Loccioni, un vero e proprio laboratorio aperto per la sperimentazione e lo sviluppo di queste tecnologie. Uno studio dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, dal titolo “Smart Grid Executive Report” pubblicato lo scorso anno, ha mappato le tecnologie e lo stato della ricerca, le best practice a livello internazionale, i principali operatori (produttori di tecnologie, imprese dell’ICT, gestori di rete, integratori e progettisti) coinvolti a livello nazionale, spiegando anche le possibili ricadute in termini di efficienza della rete, riduzioni dei consumi, sviluppo di nuovi mercati e rafforzamento di quelli esistenti delle tecnologie delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, sviluppo di nuova imprenditorialità e ricadute occupazionali di sistema. In Europa, secondo BNEF, nel 2012 gli investimenti sono stimati in 1,4 mld di $, il 10% del totale, ma questa cifra potrà crescere considerevolmente già dopo il 2014 grazie anche a diversi programmi di sviluppo soprattutto nel Regno Unito e in Francia. Solo nel Regno Unito si prevede che verranno installati entro il 2019 circa 53 milioni di contatori elettronici smart nelle abitazioni e nelle imprese. L’Italia, forte anche della presenza di oltre 30 milioni di contatori e con quasi 500mila impianti alimentati a fonti rinnovabili nel territorio, non dovrà perdere l’occasione di presentarsi su questo mercato con le giuste credenziali.
Articolo di Leonardo Berlen