Alcuni interessanti prodotti elaborati da banche e fornitori di energia in Danimarca puntano a favorire gli investimenti in efficienza energetica nel settore immobiliare. Le soluzioni proposte non sono solo di natura finanziaria, ma anche tecnico- organizzative. Idee per l’Italia. Un articolo di Davide Maneschi, dottorando alla Aalborg University.
Davide Maneschi
Le barriere di natura finanziaria con cui i proprietari di edifici si scontrano nell’attuazione di progetti di riqualificazione energetica, quali la mancanza di accesso al capitale necessario per effettuare gli investimenti in efficienza energetica, sono uno degli ostacoli principali alla diffusione di tecnologie per l’efficienza energetica negli edifici. Ad esempio, le famiglie che stanno ancora pagando il mutuo per la casa hanno difficoltà a convincere la propria banca ad accendere un nuovo mutuo per investimenti in materia di efficienza energetica, anche se convenienti a livello economico. Inoltre il personale bancario non é solitamente esperto in materia di efficienza energetica, per cui puó risultare complicato anche solo far capire la convenienza dell’investimento.
Si parla quindi sempre piu spesso di vari modi per coinvolgere banche ed enti finanziari nei programmi di riqualificazioni energetica, sia a livello locale che nazionale.
L’esperienza di alcune banche e fornitori di energia nel nord della Danimarca mostra una soluzione interessante. In accordo con i locali fornitori di energia, due banche danesi offrono prodotti pensati appositamente per incentivare i propri clienti ad investire in efficienza energetica e aiutarli a far fronte alle difficoltá non solo finanziarie, ma anche organizzative relative ai progetti di riqualificazione energetica. Lo schema puó essere definito come un ibrido tra i tradizionali mutui per la casa, il modello ESCO (contratti finanziati da terzi e in cui i proventi del risparmio energetica vanno nel tempo a finanziare i costi d’investimento), i green leasings e il pay as you save.
I prodotti sono la combinazione di un pacchetto contenente soluzioni finanziarie e di un percorso guidato per l’adozione di progetti di riqualificazione energetica rivolto alle famiglie che abitano in case singole o villette a schiera. Le famiglie che vogliano investire in efficienza energetica, avvalendosi di finanziamenti esterni (cosa molto comune in Danimarca), devono presentare alla banca la documentazione relativa agli interventi di riqualificazione energetica, spiegando le caratteristiche dell’investimento per ottenere l’approvazione del finanziamento da parte della banca. In questo caso è la banca stessa che aiuta i propri clienti ad orientarsi tra le difficoltà del progetto di riqualificazione.
L’azione della banca inizia in occasione della negoziazione (o ri- negoziazione) del mutuo per la casa. Tramite un software creato ad hoc in cui vengono inseriti alcuni dati relativi all’immobile, l’impiegato di banca riesce a stilare un primo profilo della performance energetica dell’abitazione. Qualora la performance risulti negativa in termini di efficienza energetica (e di costi per la famiglia) l’impiegato suggerisce l’esecuzione di una consulenza energetica più approfondita che verrá eseguita senza costi dal locale fornitore di energia o da un suo consulente.
Nel caso il proprietario decida di proseguire i lavori, il prodotto bancario prevede la concessione di un mutuo ipotecario a basso tasso d’interesse(oppure ove questo non fosse possibile, di credito al consumo). Si tratta quindi di un prodotto integrato il quale, combinando le conoscenze tecniche relative alla performance energetica con quelle finanziario relativo alle modalitá di finanziamento e all’unicitá famigliare dell’investitore, riesce a produrre soluzioni adatte alle possibilità e alle caratteristiche dei proprietari. E la creazione di soluzioni personalizzate
non solo a livello tecnico, ma anche a livello personale, difficilissima senza l’intervento della banca, favorisce un piú alto tasso di adozione dei progetti consigliati.
Quali sono gli incentivi per le banche nell’offrire tale schema? Nel caso in questione è necessario far riferimento alla situazione locale nord- danese, che vede alti costi per la fornitura di energia elettrica e riscaldamento, in un contesto post-agroindustriale dove molte famiglie spendono una quota rilevante (sino al 10-15%) dei loro costi mensili in energia. Ció crea una situazione di instabilitá nel mercato immobiliare, giá depresso dalla crisi finanziaria e dalla bolla immobiliare che ha visto i prezzi delle case scendere sino a quasi il 30% in certe aree del paese. In questo quadro, la riqualificazione energetica é un modo per riavviare gli investimenti nel mercato immobiliare e rivalorizzare il patrimonio edilizio, riducendo, seppur indirettamente, l’esposizione delle banche nei confronti del mercato immobiliare. Le banche vedono anche il loro giro d’affari aumentare e possono promuoversi come attori sociali responsabili.
Un altro, e forse ancor piú decisivo, driver si trova negli obblighi per i fornitori di energia danesi a ridurre la quantitá di energia fornita sul territorio, una misura adottata con lo scopo di tagliare le emissioni di anidride carbonica. In questo schema infatti, i locali fornitori di energia elettrica sono attori centrali, e i risparmi energetici ottenuti in seguito agli interventi vengono conteggiati per soddisfare questi obblighi. Si tratta di un modo originale, ancorché non limitato al contesto danese (si veda ad esempio il Mass Save Heat Loan in Massachussets), di soddisfare la prescrizione di ridurre energia, non limitandosi a lavorare con grandi consumatori di energia, ma raggiungendo un livello piú profondo sul territorio e, quindi, permettendo anche alle singole famiglie di beneficiare di questa misura.
Cosa potrebbe essere migliorato in questo prodotto? A detta dei responsabili del progetto, alcune famiglie non mettono in opera alcune delle soluzioni suggerite dall’audit energetica in seguito al parere negativo di alcuni professionisti del settore, che a volte consigliano soluzioni piú economiche nel breve termine o sconsigliano l’adozione di nuove tecnologie perché ritenute non affidabili. Un possibile sviluppo del prodotto potrebbe essere quello dicoinvolgere professionisti del settore energetico che siano all’avanguardia nell’implementare questo tipo di soluzioni.
Potrebbe un tale schema applicarsi al contesto italiano? L’esistenza dei certificati bianchi, tenendo conto delle differenze tecniche e di contesto, potrebbe permettere il coinvolgimento di attori “non sospetti” come le banche nelle strategie di implementazione del risparmio energetico. D’altra parte, il contesto economico e sociale italiano é molto diverso da quello danese, dove diversi fattori culturali e sociali permettono una collaborazione tra attori basata in gran parte su un rapporto fiduciario e quindi piú veloce ed efficace. Sarebbe peró interessante portare alla luce simili esempi di coinvolgimento di attori di mercato e sociali nel contesto del risparmio energetico in Italia, una sfida che riguarda la societá tutta e non solo gli attori del settore energia.
Davide Maneschi